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Coronavirus: COPPIE sposate o conviventi

Ai tempi del Coronavirus, stiamo riscoprendo la solidarietà verso il prossimo, la gentilezza e la generosità. Stiamo riscoprendo dei valori che erano quasi obsoleti e li stiamo rivisitando in una chiave nuova, di rinascita della società. L’essere dinanzi a un unico grande nemico, sta facendo emergere una maggiore attenzione per l’altro, un forte senso di appartenenza reciproca e un rapporto più umanitario e di più intima connessione tra le persone che le sta portando a sostenersi a vicenda.

Come diceva Lewin nei suoi studi sperimentali sui fenomeni di gruppo, il senso di coesione di un gruppo nasce quando i suoi membri condividono un’esperienza comune tale da renderli interdipendenti. Ed ora più che mai, stiamo tutti condividendo la medesima condizione esistenziale che ci rende uniti: siamo tutti “sulla stessa barca” (interdipendenza del destino) e stiamo “remando insieme” (interdipendenza del compito).

Però, malgrado da un lato stiamo lottando insieme contro un nemico comune a tal punto che abbiamo creato gli slogan “andrà tutto bene”, dall’altro lato non va tutto bene. La convivenza forzata ha aumentato le occasioni di conflitto tra le coppie e le famiglie. Prima erano fuori casa tutto il giorno e la sera diventava un modo per distrarsi, rilassarsi e godersi uno spazio di piacere. Adesso, invece, si sono ritrovate a convivere 24h insieme e questo può creare più tensione nella coppia o può acuire conflitti già esistenti. Stare costantemente a contatto con l’altro e condividere gli stessi spazi chiusi e ristretti, porta a non vederlo più come colui/colei che a fine giornata ci permette di “staccare la spina”, ma colui/colei su cui riversare tutto il nostro STRESS.

Fattori che aumentano lo stress nella coppia

Alcuni si chiederanno come mai lo stare a casa ci porti ad essere più stressati. Non dovrebbe essere il contrario? Stare a casa non dovrebbe essere più rilassante? Per molte coppie lo è, mentre per altre no: una volta superata la novità, il bello dello stare insieme e del tempo trascurato, si possono scatenare tensioni, aggressività, conflitti e polemiche. Di seguito i fattori che incrementano lo stress:

  1. Vivere in spazi ristretti. Questo vale per tutti, ma ancor di più per coloro che non hanno la fortuna di vivere in ville o in case con giardino e devono convivere in monolocali o bilocali che rendono gli spazi claustrofobici;
  2. Assenza di privacy tra le coppie considerata la presenza di altri familiari prima assenti;
  3. Occupazione degli stessi spazi. Ognuno cerca di non infastidire l’altro, ma alla fine ci si sovrappone e si innescano litigi con accuse reciproche, spesso rimproverando l’altro di perdere tempo tutto il giorno e ritenendo le proprie cose da fare più importanti;
  4. Impossibilità di uscire. Vivere in casa è contro natura e aumenta l’irascibilità e, dopo un primo momento di piacere, scatta il fastidio anche per le piccole cose, ad esempio per aver lasciato il dentifricio aperto o per aver messo lo zucchero nel posto sbagliato;
  5. Il lavoro in smart-working. Si trascorrono ore e ore al pc, si viene divorati da mail e molte volte si è interrotti dai figli che non sono abituati alla presenza dei genitori in smart-working e li interrompono continuamente ricercando la loro presenza per il gioco. Diventa ingestibile fare tutto contemporaneamente e lo smart-working da agile può diventare un vero e proprio incubo.

Suggerimenti per gestire la crisi

Per gestire al meglio la crisi che in questo periodo mette a dura prova le coppie, ecco tre suggerimenti:

  1. Il primo suggerimento che sento di dare a tutte le coppie è dialogare. La mancanza di comunicazione tra marito e moglie è alla base di molte crisi e problemi coniugali. Con gli anni di matrimonio che passano diventa sempre più difficile dialogare, parlare e ascoltarsi reciprocamente, molte volte ci si sente incompresi e non si ha più voglia. Tuttavia, è importante parlare, essere empatici, comprendere l’altro e i suoi stati d’animo, dirsi il “mai detto” in chiave costruttiva. Potrebbe essere utile parlare non solo delle cause che hanno portato al litigio, ma anche e soprattutto parlare delle aspettative, dei bisogni e delle progettualità. Laddove è necessario, bisogna anche saper chiedere scusa. L’altro ha bisogno di questa parola e, di rispecchiamento, sarà più incrine al perdono.
  2. Il secondo suggerimento riguarda la comunicazione non verbale e corporea. Molto spesso siamo soliti intendere la comunicazione come esclusivamente verbale, mentre invece è molto efficace e comunicativa quella non verbale. È peculiare della coppia un dialogo a 360° che prende in considerazione tutta la persona nella sua interezza. Pertanto, diamo ampio spazio al nutrimento derivante da abbracci, baci, carezze e massaggi. Sono modalità alternative alla parola, la quale molte volte non basta a tradurre i sentimenti, oppure viene fraintesa ed innesca ulteriori discussioni. Questo è importante perché non bisogna confinare la coppia esclusivamente ai momenti di dialogo verbale o, al contrario, di solo sesso in quanto queste possono privare la coppia della gioia più ampia del comunicare.
  3. Il terzo suggerimento è sul piano un po’ più strategico e riguarda il collaborare dividendosi i compiti in casa. Se è la donna ad occuparsi delle faccende domestiche potrebbe esprimere i suoi bisogni e dire all’altro ciò di cui ha bisogno, e viceversa in caso contrario. Questo permette di avere ognuno il proprio spazio, doveri e un ruolo ben definito in modo tale da non innescare stress e ulteriori occasioni di conflitto.

Alla luce di quanto detto fin’ora, è importante trovare dentro di noi le risorse come la RESILIENZA e l’ADATTABILITA’ che ci permettono di riorganizzare la nostra vita in maniera flessibile ed efficace, non annientandoci, ma accettando il cambiamento e scegliendo di vivere al meglio che possiamo questa situazione critica. Sii come «l’acqua che vince su tutto perché si adatta a tutto» [Lao Tse].

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